Alla fine del 2018 una piccola azienda californiana, la Royole, lanciava il primo smartphone pieghevole della storia, il FlexPai. Iniziava l’epoca del foldable, il cui mercato, seppure con qualche balbettio iniziale, è decollato alla grande da un paio d’anni in qua. A Samsung va dato atto di essere stata l’azienda che più di ogni altra ha creduto a questa autentica rivoluzione tecnologica. I risultati sembra diano ragione al Colosso sud coreano. Poche settimane fa la Multinazionale ha presentato i nuovi dispositivi della famiglia Galaxy Z, il Fold e il Flip, giunti entrambi alla quarta edizione e già a un buon successo di vendite. Parleremo del Galaxy Z Flip4 che, dei due, è quello che si piega in verticale.
Il design, già molto bello sul Flip3, viene pressoché confermato, con bordi però più squadrati e pulsanti più evidenti. Si assottiglia la cerniera ma lo spessore totale rimane identico al precedente, sia da aperto che da chiuso (6,9 e 17,1 mm). Pur essendo “più corto” e “più stretto”, il nuovo dispositivo pesa 187 gr, quattro in più del predecessore. Ma rimane più leggero dei concorrenti. Per garantirne la robustezza Samsung ha provato il movimento “apertura/chiusura” ben 200000 volte, che assicurano una durata superiore alla vita media di un comune smartphone. La certificazione IPX8 rende il pieghevole impermeabile (max 30 minuti con acqua profonda non più di 1,5 m). L’ultimo standard di protezione, il Corning Gorilla Glass Victus+ lo preserva invece egregiamente dai graffi accidentali.
Il problema della piega sul display riguarda e tormenta un po’ tutti; ma anche qui possiamo dire che Samsung abbia fatto l’impossibile per eliminarla, riuscendo per ora solo a ridurla. La modalità Flex, ne siamo certi, sarà uno dei punti di forza di Galaxy Z Flip4, quella che cambierà il modo di intendere lo smartphone e aiuterà gli scettici a provarci e a crederci. Certo, molto dipende dall’uso cui è destinato il dispositivo nel quotidiano, ma alcune funzioni sono vere e proprie chicche. In Flex mode si esalta per esempio il Multitasking. Per lo sblocco, il nuovo Flip dispone sia del riconoscimento facciale che del sensore d’impronta (integrato nel pulsante accensione) e, se chiuso, la fotocamera principale diventa anche una Selfie-Cam.
Sul piccolo schermo esterno si possono ricevere le notifiche, impostare la funzione Bluetooth o il Wi-Fi e perfino rispondere in WhatsApp, seppure con messaggi vocali o preimpostati. Presenti anche tanti widget (meteo, agenda, sveglie ecc.). Possibilità di dual SIM (una fisica, nell’apposito carrellino, l’altra elettronica, eSIM). Chiudiamo con uno sguardo alle prestazioni. Il processore, il migliore di quest’anno, è uno Snapdragon 8+ Gen 1 di Qualcomm. Un SoC non particolarmente energivoro che difficilmente si riscalda, neppure coi giochi. E che assicura una maggiore autonomia alla batteria, una Li-Po da 3700 Ampere, non eccezionale ma già migliore del Flip3. Ricarica rapida fino a 25 Watt, 15 in wireless e possibile ricarica inversa.
La connettività è eccellente (5G, NFC, Bluetooth 5.2, Wi-Fi 6 e, come detto, eSIM). Anche il display principale è perfetto: un Dynamic AMOLED da 6,7” Full HD+ con frequenza d’aggiornamento fino a 120 Hz, rapporto 22:9 e picchi luminosi di 1200 nit. Lo schermo esterno invece è un Super AMOLED da 1,9”, 260×512 px. Per il comparto fotografico Samsung conferma due fotocamere sul retro, una principale e una ultra-wide, entrambe da 12 MP. Quella frontale è da 10 MP. La qualità dei selfie è maggiore se si sfruttano le due camere principali, col foldable chiuso. Per il sistema operativo debutta ufficialmente l’interfaccia di Android 12 One UI 4.1.1. Con una RAM da 8 GB, sono forniti tre diversi storage, da 128, 256 e 512 GB. Samsung punta su un successo epocale e i numeri le danno ragione.